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Arriva F.i.co., piovono vermi – Assemblea Pubblica @Xm24

xsitoIl 12 dicembre Oscar Farinetti sarà in città per rilanciare il progetto Fico, accompagnato da tutte le istituzioni
cittadine.
Nella città vetrina, che a dicembre ancora di più si addobba
e si esibisce, non poteva mancare, a chiusura del triste
ritorno del Motor
Show, l’ennesima pagliacciata di un prestigiatore
d’eccellenza, patron di Eataly nonché futuro sovrano
della Disneyland del cibo.

Ma andiamo a vedere cosa c’è dietro le quinte, su cosa si
regge questo show.

Che cos’è Eataly?
L’impero di Oscar Farinetti, braccio destro dell’attuale governo
Renzi, nonché nuovo volto del capitalismo verde e simpatico
(come dice di “dover” essere), ma anche avanguardia nello sfruttamento
padronale e sperimentatore di modelli di flessibilità avanzata.
I suoi negozi possono essere considerati veri e propri laboratori per il Jobs Act.
Dopo aver accumulato ricchezze e conoscenze “giuste” vendendo televisori,
nel 2007 scopre il business del cibo – grazie anche all’alleanza che
stringe Coop, socia al 40% – e stringe un patto di ferro con il Pd,
che gli offre spazi nelle città da rinfiocchettare. Da qui, un
percorso in discesa e privo di ostacoli, fatto di complessi regalati, letteralmente,
appalti vinti senza gara e la leadership di Expo 2015, lo incorona
nuova figura di riferimento della sinistra buona, attenta alla salute
e soprattutto ai proventi del made in Italy. Ad oggi, Eataly conta
oltre 40 punti vendita in tre continenti (dal Brasile agli Stati
Uniti, dalla Turchia al Giappone), su alcune crociere e perfino negli
autogrill, alla faccia del km0 e dell’agricoltura di piccola scala. Ma
quindi cosa vende Eataly? Soprattutto marketing, narrazione: da
scaltro imprenditore, interpreta e monetizza le spinte ecologiste dei
primi anni 2000, ciò che ne esce è un prodotto impacchettato, ben
definito, rigorosamente verde, ma tanto standardizzato quanto di
lusso. I negozi di Eataly sono vere e proprie cittadelle, templi del
consumo di cibo, ma soprattutto luoghi in cui la soggettività viene
educata. Chi entra dentro Eataly è di fatto immerso nel processo di
creazione collettiva di significati spendibili, di comunità di buoni,
belli e giusti. Ma in fin dei conti, cosa conta dentro Eataly? I
conti. Questa narrazione ha un prezzo: quello altissimo dei prodotti,
quello bassissimo del lavoro. Il modello Eataly funziona grazie allo
sfruttamento dei lavoratori e delle lavoratrici, che più volte hanno
scioperato contro le condizioni loro imposte.

Ancora Eataly, azienda multinazionale che spera oggi di quotarsi in
borsa, ci racconta la favola del buon contadino e del capitalismo
giusto, smettiamo di credergli.

Che cos’è Fico?
La nuova trovata commerciale di Eataly, ed una grande opera in pianta
stabile costruita sul territorio bolognese, portando nuovo cemento
nella periferia della città, in un ambiente già inquinato. La
chiamano Disnyland del cibo ma sarà l’ennesima giostra di
devastazione ambientale, sfruttamento del lavoro e speculazione
immobiliare. Farinetti e Merola vanno fino negli Stati Uniti per
raccontare questa meraviglia. A detta degli stessi personaggi Fico avrebbe
dovuto essere –  ma non hanno fatto a tempo – il proseguo in pianta stabile di Expo.
E dopo il disastro di Expo, anche solo nei numeri di quanto è costato, dei buchi che ha lasciato, della devastazione del territorio che ha comportato, l’Expo del lavoro gratuito e precarizzato, l’Expo degli scandali e della corruzione, senza nemmeno dover entrare nei contenuti di quello che è stato Expo 2015, il Pd vorrebbe riprovarci.

Il 1° dicembre apriamo un momento di confronto pubblico per costruire
collettivamente la giornata del 12 dicembre, in cui vogliamo portare in piazza le ragioni della nostra contestazione e del rifiuto a questo progetto, mettendo in piazza quello che quotidianamente pratichiamo.

Invitiamo quindi le realtà organizzate  e le singole soggettività a partecipare all’assemblea pubblica giovedì 1° dicembre alle 20 a Xm24.

Rete Eat the Rich!

Grosso pranzo in Piazza Verdi

11180634_1642838999268009_2717318835239208986_nl’Expo a Milano durerà “solo” sei mesi, molto di più dureranno i suoi effetti dannosi in materia di debito, inquinamento, cementificazione e sfruttamento lavorativo. Proprio qui a Bologna c’è chi vuole rendere il modello Expo permanente con la costruzione della grande opera F.I.Co. (Fabbrica Italiana Contadina). Oscar Farinetti, patron della catena Eataly, è il primo sponsor di questo scempio che trova appoggio nelle istituzioni cittadine e nell’Università, l’altro promotore è Andrea Segré, ex-preside della Facoltà di Agraria. Con la stessa logica con cui il Caab verrà regalato a dei privati per farci profitto col F.i.co. l’ateneo con il progetto Staveco porta avanti un piano per svendere i propri immobili in centro, sgomberare gli spazi autogestiti e spostare le facoltà in una specie di ghetto separato dalla città, sul solco di un centro vetrina, dove chiudono librerie e aprono le ennesime catene d’abbigliamento, uno spazio desertificato, completamente in mano allo shopping e al “food” di lusso.
Martedì 19 maggio, in un clima di convivialità, Piazza Verdi ci vedrà a tavola con chiunque vorrà partecipare e condividere un piatto e una piazza che in quel momento tornerà ad essere di tutti/e coloro che la vivono e l’attraversano ogni giorno.
Con la Rete Eat the Rich, la rete cittadina di mense popolari, piccoli produttori, gruppi d’acquisto e laboratori di autoproduzioni, verrà organizzato un pranzo sociale per riprenderci spazi e bisogni.
Organizzando momenti di socialità di questo tipo all’interno della zona universitaria si mette in discussione la grande rete di interessi che, alimentata dalla più indecente delle logiche commerciali, impone la scelta tra cibo scadente a buon mercato e cibo sano ma fuori dalla portata di studenti e precari.
La nutrizione è molto più di un diritto: è un fondamento. Per questo, attraverso un momento conviviale, come cucinieri sovversivi ribadiremo la necessità della messa in pratica dei valori di mutualismo, solidarietà e socialità… e questa volta lo faremo in modo più partecipato, più in grande.

Gastronomia precaria, autorganizzazione,
forchetta, coltello, magnamose il padrone!

Collettivo Exarchia
Rete Eat the Rich

Il cibo tanto per cambiare… – Nuova Rivista Letteraria

vol letteraria

interverranno tra gli altri: Silvia Albertazzi, Beppe Ciarallo, Franco Foschi, Milena Magnani, Giovanni Marchetti, Alberto Sebastiani, Sergio Rotino, Paolo Vachino, Massimo Vaggi, Wolf Bukowski, Wu Ming 1 Continue reading