Una raccolta di foto della terza giornata del Festival delle cucine popolari e autogestite vol.2.
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Festival delle cucine popolari autogestite vol.2 , 26/27/28 maggio @CSOA Forte Prenestino (Roma)
Dopo la prima edizione del 2016 a Xm24 (Bologna) torna il festival delle cucine popolari autogestite, quest’ anno a Roma tra le mura del Forte Prenestino dal 26 al 28 maggio.
Mossi dalla convinzione che la cucina sia un campo assolutamente non neutro, che viva le contraddizioni e i ricatti del reale, che quindi debba essere un terreno di lotta e possa scatenare processi politici, intendiamo rilanciare per fine maggio il secondo incontro nazionale, transnazionale e intergalattico delle cucine popolari e autogestite. L’appello è a tutte le realtà organizzate,a tutti i/le cucinier* sovversivi che fossero interessati a condividere con noi questo spunto, che intendano la sovversione del nostro tempo come anche sovversione di ciò che ruota attorno al cibo.
Cucine di strada, mense, osterie e taverne, popolari e autogestite, tante e diverse sono le esperienze che negli ultimi anni sono nate in giro per l’Italia.
Oltre il mero autofinanziamento per l’autogestione, anche la cucina diventa spazio di rivendicazione politica e costruzione di autonomia.
Scommettiamo nell’incontro e nel confronto delle varie esperienze che vorranno partecipare e siamo mossi dal desiderio di contagio, con la convinzione che nessuno abbia la “ricetta rivoluzionaria” in tasca.
PROGRAMMA:
Venerdi
dalle 17:00 accoglienza, cena collettiva e presentazione dei progetti.
Sabato
– dalle 9:00 colazione e tavoli di discussione
– h 13:00 pausa pranzo collettiva (porta ciò che vorresti trovare)
– h 15:00 prosecuzione dei tavoli
– h 18:00 assemblea plenaria conclusiva
– h 20:30 cena
Domenica Largo Agosta – Piazza (quartiere Centocelle)
dalle 10:00 mercato, cucina di strada, laboratori e performance.
Pranzo Eat The Rich al mercato di via Albani. Giovedi 11/05 h13.00
Ce lo avevano promesso: la Bolognina non sarebbe rimasta un quartiere per vecchi operai con la pensione minima, né sarebbe diventata il Bronx di serie B con le fabbriche abbandonate e le case svalutate.
Dopo qualche maldestro tentativo di centro commercializzare la zona, i più abili ridisegnatori di città sono arrivati in soccorso dei governatori locali con un progetto da urlo, quello di trasformare il dozzinale (e popolare) mercato rionale in una nuova esperienza per il palato. Non più solo un mercato, ma un ambiente in grado di accogliere la gioventù giusta e, certamente, farla divertire spendendo.
Un tempo scenario prediletto della cronaca nera, con i suoi passaggi ombrosi e le luci al neon, oggi il mercato rionale della Bolognina si appresta ad accogliere i turisti vomitati fuori dal TAV – che gli ammicca a soli 350 metri di distanza – e a godersi la possibilità di vendere alcolici e fare caciara anche dopo cena, in quel gioco dove le ordinanze sono uno degli strumenti per eliminare i concorrenti senza passare dal via.
I pennivendoli locali non ne danno ancora notizia, ma è dal blog della nota guida del gambero rosso che viene illustrata la grande innovazione in un articolo che titola ” Il futuro della Bolognina, tra formaggi di pecora e vignaioli eretici”
Tra una telecamera e una degustazione di prodotti biologici, la gentrificazione arriva ad orario aperitivo. E forse l’atmosfera da selfie e il ragguardevole prezzo del biglietto per entrare a far parte del circo funzioneranno meglio dei defender degli sbirri sempre presenti a misurare la sicurezza del quartiere. Forse funzioneranno di più le facce rilassate e soddisfatte degli avventori col cash che quelle circospette dei padroni dell’ordine pubblico per tenere alla larga tutte quelle facce ostili e sgradite, non redditizie, che popolano ancora oggi il quartiere.
Non è la prima volta che puntiamo il dito contro la bologna del cibo e i suoi progetti di riqualificazione “verde” e mangereccia, ma questa volta non serve spingerci fino ai palazzi infiocchettati del centro storico per smascherare gli interessi economici che stanno dietro un pezzo di formaggio, perchè il progetto farinettiano arriva fino alla bolognina e non servirà attendere l’apertura del F.I.Co per poter dire che il cibo di lusso è il modo migliore per allontanare i poveri da quelli che furono quartieri popolari.
L’amministrazione pregusta lo sgombero di Xm24 e si preoccupa di “riqualificare” il mercato di via albani prolungandone l’orario di apertura, purché a riempire quegli spazi non siano le solite e fastidiose esperienze di autogestione, ma piuttosto gli interessi commerciali di privati che tra uno slogan altisonante come “senti il gusto libero della frutta” e un paio di etichette verdi riescano ad attrarre portafogli pieni e voci soffuse.
Con l’intento di alzare la voce in un quartiere sotto attacco invitiamo tutte e tutti a condividere un pranzo genuino col bollino rosso, ribelle perchè accessibile e attento alle contraddizioni del presente.
GIOVEDì 11 MAGGIO dalle 13 di fronte all’ingresso del mercato pranzo sociale, genuino e condiviso.
FOGLI DI VIA CONTRO FORME DI VITA; FOGLIE DI VITE CONTRO FORME DI VIA. Mercoledi 17/05 @Xm24 cenone benefit e concertini.
CENONE BENEFIT e CONCERTINI
Mercoledi 17/05 a XM24
Genuino Clandestino a Bologna, 21/22/23 Aprile 2017
Una Bomba di Pranzo, Giovedi 20/04 h 13.00 Via Balugani
Succede che a Bologna durante un fermo di polizia nel cuore della notte, gli agenti trovino in uno zaino, due bombolette, uno scaldacollo e un coltellino da sommelier.
Ma poco importa il contenuto dello zaino, l’interesse delle guardie è tutto per il possessore.
Nel giro di pochi minuti la digos arriva tronfia in questura, il fermo viene prolungato senza motivazioni, viene negata la possibilità di vedere un avvocato.
Parliamo di un membro di un collettivo politico, un militante, e così gli sbirri si tolgono il piacere di rubargli qualche altra ora trattenendolo in una cella. Dopo un po’, quando sembra stia finalmente per avvenire il rilascio, succede qualcosa: improvvisamente i piani cambiano ( arrivano nuovi digossini,) e viene accompagnato a casa per procedere alla perquisizione dell’abitazione, che guarda caso condivide con quattro
compagni.
La via diventa il set di un film poliziesco: tre volanti e una macchina della digos occupano la strada, con un viavai di pantere che proseguirà per tutto il giorno.
Gli uomini si dispongono davanti alla porta, non c’è tempo di aspettare l’avvocato. Nessuno dei servi in divisa vuole perdersi questa occasione.
Fino alle tre del pomeriggio i tutori dell’ordine mettono a soqquadro la casa, alla ricerca di armi, munizioni ed esplosivi.
La loro attenzione si sofferma però anche su fotografie, diari, indumenti; maneggiano incuriositi alcuni libri, frugano tra pacchi di farina macinata a pietra, colori acrilici e pastelli da disegno. Dopo tre ore di meticolosa ricerca, il bottino risulta alquanto deludente: vengono sequestrate una tanica con due dita di benzina, un secchio di detersivo e il rottame di una vecchia sveglia.
C’è tutto il necessario per dichiarare che non solo l’aspirante sommelier, ma anche i coinquilini siano in possesso di “materiale esplodente”.
A quanto pare Macgyver è vivo e lotta insieme a noi!
Non ci interessa affatto soffermarci sul collegamento tra un coltellino da sommelier e la fabbricazione di esplosivo, ci sembra evidente come appartenere a dei gruppi militanti sia ciò che viene messo sotto accusa.
In una vicenda dai contorni incerti e fantasiosi ci pare chiara un’unica cosa: l’intento intimidatorio e pretestuoso che purtroppo sappiamo essere una prassi tutte le volte che si toccano dei nervi scoperti senza i guanti della mediazione col potere, dei quali i compagni perquisiti erano evidentemente sprovvisti.
Tremanti e intimorite vi invitiamo ad un pranzo esplosivo con un menù che questa volta sarà davvero infiammabile!
Giovedì 20 aprile nella pericolosissima via Balugani (quartiere Cirenaica) alle 13.00
Il ricavato servirà a coprire le spese legali dei/lle nostr* compagn* “bombers”
NO GUARDIE NO FASCI,
SI SVEGLIE ROTTE, SI DETERSIVO, SI BENZINA
MACGYVER MANGIA GRATIS
Assemblea pubblica dell’incontro nazionale Genuino Clandestino, 1 aprile
Pranzo Eat the Rich in via Petroni – Alcenero, andatevene pure, 30/03
A inizio marzo Lucio Cavazzoni, presidente di Alce Nero, ha dichiarato che la boutique-ristorante potrebbe andarsene da via Petroni, perché in quella via c’è troppo degrado, la sera le famiglie hanno paura ad andarci. C’è bisogno di idee grandi, dice, una spinta di popolo per smetterla coi cicchetti a un euro e cinquanta e dare finalmente sfogo alla vocazione di via Petroni: il turismo, il cibo buono, il cash!
D’altronde, Alce Nero ha aperto quel negozio una decina d’anni fa proprio per dare un contributo alla rigenerazione della via e ora si sente tradito dall’amministrazione che non fa abbastanza. Ma ecco che,tra un bicchiere e l’altro (champagne, non cicchetti!), l’impavido Merola risponde “presente” e calandosi nei panni di sindaco sceriffo afferma che la “diserzione” non è ammessa, che c’è un grande progetto di rilancio per la zona universitaria, che una volta che il sindaco avrà più poteri ci penserà lui a mettere un limite alle licenze per cibo a basso costo, chi non ha i soldi stia in periferia, eccheccazzo!, che poi i selfie dei turisti vengono pure male, se per caso nell’inquadratura c’è un povero.
Chi lucra sulla nuova Bologna city of food non è soddisfatto, vuole di più e subito, le guide turistiche sono già in stampa, ora l’amministrazione e la polizia devono fare il loro dovere, e in fretta. Che cazzo ci fanno i poveri ancora in centro? Come si permettono questi studentelli figli di papà di occupare una biblioteca? Cosa pensano di fare questi pakistani che vendono birre scadenti che chiunque può comprare? Ci sono molti modi per cacciare questa feccia: ordinanze, polizia pure nei cessi, cantieri ovunque, sentenze, ma anche ristoranti e boutique inaccessibili alla maggior parte della popolazione.
Noi in questa via ci passiamo tutti i giorni, riconosciamo le difficoltà legate all’impoverimento e sappiamo a chi imputarle: ai padroni della città, alla sbirraglia che gli fa da cane da guardia, ai “buoni ed onesti cittadini” che sono i gaudenti schiavi. Ci opponiamo a chi vorrebbe imporci una Bologna ad uso e consumo dei turisti, in cui regnano l’ordine e la pace sociale, in cui il cibo diventa food e nutrire diventa business, in cui chi non è disposto ad accettare le regole viene menato e calpestato.
Sappiamo cos’è Alce Nero: la punta di diamante del bio per ricchi, che specula sulle nostre vite facendoci confonderere del cibo “sano” con un’ etichetta colorata di verde, massimizzando il profitto su della merce che da fonte di sostentamento diventa status symbol e lusso per chi può permetterselo. A queste logiche opponiamo la costruzione di pranzi a partire da prodotti rispettosi del territorio e del lavoro, trasformati con dinamiche di autogestione e di lotta politica per l’autodeterminazione alimentare.
Invitiamo tutti e tutte giovedì….. ad un pranzo popolare e genuino in via petroni, per condividere cibo e socialità.
Diciamo a gran voce a questi signori: ANDATEVENE, NON CI MANCHERETE!