Ventimiglia #7 – Tra la brutalità della frontiera e una partita a calcio + lettera agli organizzatori e alle squadre partecipanti ai Mondiali antirazzisti di Bosco Albergati

“No Time No Space another Race of Vibrations […]
Parlami dell’ esistenza di mondi lontanissimi
di civiltà sepolte di continenti alla deriva.
Parlami dell’amore che si fà in mezzo agli uomini
di viaggiatori anomali in territori mistici… di più.
Seguimmo per istinto le scie delle Comete
come Avanguardie di un altro sistema solare”

ea2-486x292Arriviamo al presidio No borders di Ventimiglia nel primo pomeriggio di mercoledì; sulla strada veniamo fermati e accuratamente ispezionati dalla polizia. Il controllo sul territorio si fa sempre più pressante, così come il caldo non lascia fiato. Nonostante ciò, continua la resistenza dei migranti sugli scogli, accompagnata dalla solidarietà degli attivisti del presidio. La stanchezza comincia a farsi sentire, l’assenza di una risposta reale da parte dell’Unione Europea pesa ma non dissolve il tentativo di dare corpo e materia alla brutalità della frontiera. Un confine che non vale per tutti, che noi attraversiamo in continuazione nel tentativo di essere di supporto per i movimenti tra le due sponde della frontiera, monitorando quanto accade.

In uno di questi viaggi di attraversamento incontriamo M., uno dei tanti che hanno animato la resistenza sugli scogli. E’ un ragazzo giovane, fuggito dal Darfur e rimasto bloccato in Libia per due anni in condizioni per nulla facili. Già a più riprese ha tentato la sorte e con altri amici prendendo la via per la Francia. Questa volta, arrivato a Marsiglia viene fermato dalla polizia francese, che lo preleva e riaccompagna fino al confine con l’Italia… violando la prassi che prevede il respingimento nel paese di presunta provenienza solo entro i venti chilometri dal confine.

In un gioco di rimpiattino fra polizia italiana e francese, divenuto ormai abitudine, i migranti come corpi vuoti vengono prima riportati da una parte, poi rifiutati dall’altra e poi ancora ripresi dall’altra. Sceneggiata questa che rispecchia della totale assenza di volontà dei Paesi Europei di fare i conti con un fenomeno migratorio di lungo corso ma puntualmente descritto come emergenziale. M. viene trattenuto nuovamente dalla polizia di frontiera francese, veniamo in qualche modo avvisati di quello che sta succedendo a pochi chilometri da noi e andiamo a capire cosa possiamo fare. Territorio francese: non possono intervenire nè medici, nè legali, nè la Croce Rossa italiani. Ci viene insomma impedito di fare foto, video e di sincerarci delle condizioni e del numero di ragazzi chiusi all’interno. I meccanismi di solidarietà si attivano e riusciamo a contattare la Croce Rossa francese, l’unica con la possibilità di entrare all’interno della struttura di frontiera. Si riesce a far rilasciare i ragazzi, data la procedura illegale della polizia francese che li ha prelevati a Marsiglia.

M. riprende il suo viaggio e decide di tornare al presidio, si toglie la maglietta e comincia a giocare a calcio con gli amici. Un gesto banale ma che dà il segno della gioia e la determinazione di un progetto che non cede alla disperazione e allo sfiancamento di un continui blocchi e difficoltà sul percorso. Carico più che mai e convinto che solo in relazione con gli altri ci sia possibilità di fuga da questo meccanismo grottesco che impedisce la libertà di movimento, anima l’assemblea notturna. Nel mezzo di un’accesa discussione, impressiona tutti con una affermazione semplice quanto perentoria: “Actions speak louder than words”.

La situazione è complessa, ma è proprio con le piccole, a volte grandi, azioni quotidiane, in relazione gli uni con gli altri, che continua la resistenza sugli scogli di Ventimiglia.

Gastronomia precaria e clandestina – Rete Eat the Rich e Campi Aperti

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Lettera agli organizzatori e alle squadre partecipanti ai Mondiali antirazzisti di Bosco Albergati:

Ventimiglia è un piccolo paese alla frontiera tra Italia e Francia. Alcune settimane fa un gruppo di migranti (inizialmente più di 200) ha tentato di attraversare la frontiera ma sono stati bloccati al confine dalla polizia francese e si trovano quindi in territorio italiano. Parte dei migranti sono ora sugli scogli, unico luogo da cui non possono essere sgomberati a causa della pericolosità che un’azione della polizia potrebbe comportare. Altri sono invece bloccati alla stazione senza alcun supporto e in generale senza che arrivi loro alcuna informazione dall’esterno. Sulla spiaggia si è formato un presidio di italiani e francesi che supportano i migranti e tentano di dare informazioni sulla situazione.IMG-20150702-WA0011-486x273
Nelle ultime settimane la Rete Eat The Rich di Bologna, insieme a Campi Aperti, ha organizzato una staffetta al presidio di Ventimiglia in supporto ai migranti bloccati. Come squadra di calcio Kick the Rich siamo molto legati alla staffetta e molti di noi hanno già partecipato. Per questo motivo volevamo fare alle squadre del torneo una proposta che crediamo sia in sintonia con lo spirito dei Mondiali Antirazzisti: si tratterebbe di partire per Ventimiglia per una domenica di calcio e solidarietà con i ragazzi ancora bloccati sugli scogli.

Abbiamo visto che il calcio è una delle poche attività che i migranti hanno la possibilità di svolgere nella difficoltà della situazione, per questo crediamo che anche solo il gesto di giocare a pallone con loro sarebbe un atto di sostegno attivo alla situazione di emergenza che i migranti stanno vivendo. Anticipiamo fin da subito che domenica saremo lì presenti, ma sarebbe opportuno far avvisare fin da subito il presidio di Ventimiglia della disponibilità delle squadre e dei singoli a sostenere questa iniziativa.

Inoltre per discutere della fattibilità della nostra proposta vorremmo lanciare un’assemblea durante i Mondiali, probabilmente nella serata di venerdì.

Saluti antirazzisti,
Kick The Rich