I menù di Maledetta – 14 Gennaio ’15

Friselle invernali

La difficoltà è enorme sin dall’inizio, il rischio I_menu_di_Maledettaaltissimo.
Come un mare senza sale, un monte senza pietre o sciare senza neve:
le friselle senza pomodoro… una bestemmia!
E invece abbiamo spaccato ancora una volta!

A Natale è arrivato il nostro ordine di frise dai compagni e le compagne della “Masseria Foresta” di Crispiano (Taranto).

Cucinando solo prodotti di stagione non potevamo certo usare il pomodoro (ingrediente principale) e così abbiamo pensato a una versione invernale. Ma intanto vi spieghiamo alcune cose su questo semplice ma buonissimo piatto... 

Frisella_seccaLa frisella o frisa è un pane di grano duro biscottato, ovvero cotto due volte! Le frise sono un piatto molto popolare, tipicamente mediterraneo, semplice e soprattutto buonissimo. Per quanto godano ormai di “respiro internazionale”, magari non tutti conoscono delle minuscole procedure che risultano però essenziali per la buona riuscita delle stesse. Il passaggio fondamentale è “l’inzuppata”.
Nella velocissima preparazione che comportano, le frise vanno infatti bagnate in una ciotola con dell’acqua e lasciate leggermente a mollo. La quantità del tempo di immersione deciderà la consistenza della frisella. Ovviamente la procedura è affidata tutta al gusto, a chi piace più molle piuttosto che croccante; ma anche una decina di secondi di più, o di meno, possono essere decisivi (soprattutto se è zuppa d’acqua vi si sgretolerà in mano o sarà una poltiglia annacquata). Una volta ottenuta la consistenza desiderata la ricetta base prevede semplicemente dell’olio extra-vergine d’oliva, pomodoro, sale, pepe e origano… e vedi che ti mangi! Tanto è semplice tanto è buona!

Ma ritornando alle nostre peripezie culinarie, dovevamo supplire all’assenza del nostro bomber (il pomodoro) e trovare qualcosa alla sua altezza. Una ricerca ardua ma che ha dato a tutti noi enorme soddisfazione!

Abbiamo deciso quindi di proporre 2 modalità.

La prima totalmente vegana: friselle con cime di rapa e olive nere. Le cime le abbiamo cucinate normalmente. Prima le abbiamo bollite per 5 minuti in acqua salata e poi saltate in padella con olio aglio e un po’ di peperoncino.

La seconda per gli amanti del formaggio: friselle con lo squacquerone. Qui avremmo potuto dire una roba tipo “una delle più povere tipicità pugliesi sposa una delle più antiche tipicità romagnole” ma queste cagate da storytelling del cibo le lasciamo ai fan di Farinetti, Masterchef e compagnia cantante…

il resto del menù ha previsto:
– farro con verza e carote
– pasta al forno con broccoli, radicchio, olive nere e ricotta dura
– patate e peperoncini verdi