A Ventimiglia il nuovo giorno sorge sempre due volte. La prima è la mattina quando si tratta di trovare informazioni, cercare di essere razionali, trovare il modo di far quadrare il cerchio. Dopo tre settimane di presidio i problemi rimangono e si amplificano. Non c’è Internet per verificare le voci più disparate e questo porta via un sacco di tempo. Nemmeno gli avvocati sono presenti sul luogo e sono poche anche le realtà di movimento che finora hanno partecipato al presidio. La polizia non rende facile la situazione: dopo aver fatto spostare la tenda dove si trovava il cibo (ora fissa sugli scogli) durante la mattina ha anche fatto liberare il marciapiede che corre lungo la scogliera. Il pensiero ritorna alle parole di un residente che pochi giorni giorni fa si lamentava del fatto che lo avevano privato della strada per andare a correre: «Poveri residenti», aveva commentato Anna con un certo sarcasmo.
Il problema è che con lo spostamento della tenda salta anche il punto di riferimento dato ai migranti, il luogo dove si erano svolte le assemblee, dove cucinare, dove conversare nelle ore del giorno. Tutto da rifare, insomma, e poco a poco di riproviamo. Continue reading