Ce lo avevano promesso: la Bolognina non sarebbe rimasta un quartiere per vecchi operai con la pensione minima, né sarebbe diventata il Bronx di serie B con le fabbriche abbandonate e le case svalutate.
Dopo qualche maldestro tentativo di centro commercializzare la zona, i più abili ridisegnatori di città sono arrivati in soccorso dei governatori locali con un progetto da urlo, quello di trasformare il dozzinale (e popolare) mercato rionale in una nuova esperienza per il palato. Non più solo un mercato, ma un ambiente in grado di accogliere la gioventù giusta e, certamente, farla divertire spendendo.
Un tempo scenario prediletto della cronaca nera, con i suoi passaggi ombrosi e le luci al neon, oggi il mercato rionale della Bolognina si appresta ad accogliere i turisti vomitati fuori dal TAV – che gli ammicca a soli 350 metri di distanza – e a godersi la possibilità di vendere alcolici e fare caciara anche dopo cena, in quel gioco dove le ordinanze sono uno degli strumenti per eliminare i concorrenti senza passare dal via.
I pennivendoli locali non ne danno ancora notizia, ma è dal blog della nota guida del gambero rosso che viene illustrata la grande innovazione in un articolo che titola ” Il futuro della Bolognina, tra formaggi di pecora e vignaioli eretici”
Tra una telecamera e una degustazione di prodotti biologici, la gentrificazione arriva ad orario aperitivo. E forse l’atmosfera da selfie e il ragguardevole prezzo del biglietto per entrare a far parte del circo funzioneranno meglio dei defender degli sbirri sempre presenti a misurare la sicurezza del quartiere. Forse funzioneranno di più le facce rilassate e soddisfatte degli avventori col cash che quelle circospette dei padroni dell’ordine pubblico per tenere alla larga tutte quelle facce ostili e sgradite, non redditizie, che popolano ancora oggi il quartiere.
Non è la prima volta che puntiamo il dito contro la bologna del cibo e i suoi progetti di riqualificazione “verde” e mangereccia, ma questa volta non serve spingerci fino ai palazzi infiocchettati del centro storico per smascherare gli interessi economici che stanno dietro un pezzo di formaggio, perchè il progetto farinettiano arriva fino alla bolognina e non servirà attendere l’apertura del F.I.Co per poter dire che il cibo di lusso è il modo migliore per allontanare i poveri da quelli che furono quartieri popolari.
L’amministrazione pregusta lo sgombero di Xm24 e si preoccupa di “riqualificare” il mercato di via albani prolungandone l’orario di apertura, purché a riempire quegli spazi non siano le solite e fastidiose esperienze di autogestione, ma piuttosto gli interessi commerciali di privati che tra uno slogan altisonante come “senti il gusto libero della frutta” e un paio di etichette verdi riescano ad attrarre portafogli pieni e voci soffuse.
Con l’intento di alzare la voce in un quartiere sotto attacco invitiamo tutte e tutti a condividere un pranzo genuino col bollino rosso, ribelle perchè accessibile e attento alle contraddizioni del presente.
GIOVEDì 11 MAGGIO dalle 13 di fronte all’ingresso del mercato pranzo sociale, genuino e condiviso.