Pranzo Eat the Rich in via Petroni – Alcenero, andatevene pure, 30/03

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A inizio marzo Lucio Cavazzoni, presidente di Alce Nero, ha dichiarato che la boutique-ristorante potrebbe andarsene da via Petroni, perché in quella via c’è troppo degrado, la sera le famiglie hanno paura ad andarci. C’è bisogno di idee grandi, dice, una spinta di popolo per smetterla coi cicchetti a un euro e cinquanta e dare finalmente sfogo alla vocazione di via Petroni: il turismo, il cibo buono, il cash!
D’altronde, Alce Nero ha aperto quel negozio una decina d’anni fa proprio per dare un contributo alla rigenerazione della via e ora si sente tradito dall’amministrazione che non fa abbastanza. Ma ecco che,tra un bicchiere e l’altro (champagne, non cicchetti!), l’impavido Merola risponde “presente” e calandosi nei panni di sindaco sceriffo afferma che la “diserzione” non è ammessa, che c’è un grande progetto di rilancio per la zona universitaria, che una volta che il sindaco avrà più poteri ci penserà lui a mettere un limite alle licenze per cibo a basso costo, chi non ha i soldi stia in periferia, eccheccazzo!, che poi i selfie dei turisti vengono pure male, se per caso nell’inquadratura c’è un povero.
Chi lucra sulla nuova Bologna city of food non è soddisfatto, vuole di più e subito, le guide turistiche sono già in stampa, ora l’amministrazione e la polizia devono fare il loro dovere, e in fretta. Che cazzo ci fanno i poveri ancora in centro? Come si permettono questi studentelli figli di papà di occupare una biblioteca? Cosa pensano di fare questi pakistani che vendono birre scadenti che chiunque può comprare? Ci sono molti modi per cacciare questa feccia: ordinanze, polizia pure nei cessi, cantieri ovunque, sentenze, ma anche ristoranti e boutique inaccessibili alla maggior parte della popolazione.
Noi in questa via ci passiamo tutti i giorni, riconosciamo le difficoltà legate all’impoverimento e sappiamo a chi imputarle: ai padroni della città, alla sbirraglia che gli fa da cane da guardia, ai “buoni ed onesti cittadini” che sono i gaudenti schiavi. Ci opponiamo a chi vorrebbe imporci una Bologna ad uso e consumo dei turisti, in cui regnano l’ordine e la pace sociale, in cui il cibo diventa food e nutrire diventa business, in cui chi non è disposto ad accettare le regole viene menato e calpestato.
Sappiamo cos’è Alce Nero: la punta di diamante del bio per ricchi, che specula sulle nostre vite facendoci confonderere del cibo “sano” con un’ etichetta colorata di verde, massimizzando il profitto su della merce che da fonte di sostentamento diventa status symbol e lusso per chi può permetterselo. A queste logiche opponiamo la costruzione di pranzi a partire da prodotti rispettosi del territorio e del lavoro, trasformati con dinamiche di autogestione e di lotta politica per l’autodeterminazione alimentare.
Invitiamo tutti e tutte giovedì….. ad un pranzo popolare e genuino in via petroni, per condividere cibo e socialità.
Diciamo a gran voce a questi signori: ANDATEVENE, NON CI MANCHERETE!